giovedì 31 ottobre 2013

Dita della strega

In ogni famiglia c'è una strega...non nascondiamolo! 
Vecchia o giovane, in possesso di poteri straordinari. E' l'unica che sa sempre dove sono tutte le cose, che sa trovarle in un baleno e che ci stupisce esaudendo i nostri desideri ancor prima di pronucniarli!
La sua scopa è sempre là nell'angolo pronta a prendere il volo per portarci su e giù per la città e farci essere sempre puntuali o alla ricerca di ingredienti inusuali e magici per i suoi intrugli che alla fine sono sempre delle prelibatezze...
Certo tutto questo correre, esaudire e pensare agli altri la porta a trascurarsi un po' e l'aspetto non è sempre dei migliori. Ma la nostra strega.....resta e rimane la più dolce che c'è. 
E allora...per la strega che c'è in ognuna di noi...










Ingredienti

(per quattro mani)


150gr burro
50 gr zucchero di canna grezzo
100 gr zucchero semolato
1 uovo
370 gr farina
1/2 cucchiaino di lievito in polvere
2 cucchiaini di cacao in polvere amaro
1/2 cucchiaino di caffè solubile decaffeinato
 un pizzico di sale

per decorare

20 mandorle spellate

Procedimento


Mescolare velocemente tutti gli ingredienti. Formare una palla, avvolgere con la pellicola e tenere in frigo per circa 1/2 ora.
Trascorso il tempo, riprendere la pasta e dividerla in circa 20 porzioni non della stessa misura. Formare con ciascuno dei pezzi dei cilindri e dargli la giusta proporzione per le dita. Con un coltello formare le linee delle falangi. Adagiare le dita sulla placca coperta di carta forno e aiutarsi con dei cilindri per cannuoli o un foglio di alluminio arrotolato per dare "movimento" alle dita.





Sulla punta poggiare facendo un pò' di pressione la mandorla che fungerà da unghia.
Passare su una teglia in forno caldo a 18° per 20 minuti circa o comunque fino alla "carnagione" desiderata! Far raffreddare e servire.
Buon divertimento e...buon appetito!







martedì 29 ottobre 2013

Mummie di wurstel e pasta sfoglia



"Jack e Annie sono nella casetta sull’albero, intorno a loro ci sono diversi libri, due dei quali, quello sui dinosauri e sui castelli, li hanno trasportati nell’epoca in cui sono ambientati, permettendo loro di vivere emozionanti avventure. Improvvisamente vedono il libro sull’Egitto, con il segnalibro posto in una pagina in cui è riprodotta l’immagine di una piramide, di un corteo, di un carro e di un gatto nero.
Ma ecco il gatto nero è lì, ai piedi dell’albero, ed è proprio il gatto nero con il collare d’oro dell’immagine! Improvvisamente un vento impetuoso scuote la casetta e la fa girare vorticosamente: inizia una nuova avventura. Seguendo il gattonero i due ragazzini entrano nella piramide, dove immediatamente percepiscono un’atmosfera piena di mistero e di magia... Qui incontreranno la regina-fantasma Hutepi, che chiede il loro aiuto per trovare il Libro dei Morti in cui sono conservate le formule magiche necessarie per passare nell’Oltretomba. Aiutare la regina non è facile, il posto è pieno di fascino ma fa anche paura con quegli strani cigolii, le torce che si spengono, i rumori che riecheggiano lontano, i corridoi che fanno confondere.."

(Mary Pope Osborne, Una mattina fra mummie, faraoni e piramidi, La magica casa  sull'alrnero n°3)


...e ogni tanto un lamento, un cigolio e...all'improvviso il corridoio fu invaso da delle mummie, fasciate nelle loro bende, che con loro incedere lento sembravano in processione.
E dietro a quelle bende si intravvedeva la pelle putrefatta, occhi incavati e un odore nauseabondo da prendere lo stomaco.
Ma le mummie che vi rpesento io....non sono poi così ripugnanti al gusto!















Ingredienti
(per 8 mummie)

8 wurstel piccoli
1/2 rotolo di pasta sfoglia fresca

per accompagnare

ketchup


Procedimento

Stendere la pasta sfoglia in uno strato sottile e tagliare delle striscioline lunge e strette.
Avvolgere le strisce intorno al wurstel, ella parte alta come per circondare il capo e l'altra più in basso, lasciando una parte scoperta.
























Mettere su una teglia coperta dic arta forno e cuocere in forno già caldo a 180° per 20 minuti circa.
Servire con il "sangue" ketchup.
Buon divertimento e...buon appetito!





giovedì 24 ottobre 2013

Sgagliozze

 "E tutto si era svolto in quella trama di strade squadrate e regolari nelle quali, in certi pomeriggi deserti d’estate, quando c’era il maestrale, e l’aria era nitida, ogni angolo sembrava il punto di fuga verso un infinito pieno di promesse.»Rivedersi dopo oltre vent’anni con amici che non hai più cercato. Di giorno basterebbero pochi minuti per un saluto di circostanza, ma di notte è un’altra cosa. Di notte Bari può catturare e trasformarsi in un irreale cinema della memoria. Dove presente e passato, ricordi e invenzione si confondono, e l’età da cui le illusioni fuggono può ancora sfiorare il tempo in cui tutto era possibile.
 (...)
Paolo ruppe il silenzio.
“Ci stanno ancora quelli che friggono le sgagliozze?” Mi fece un effetto strano sentirgli pronunciare quelle parole antiche. Le sgagliozze sono sottili fette di polenta, fritte in olio di freni per tir (o in qualcosa che gli assomiglia molto) e vendute a Bari Vecchia, per strada. Tipico e buonissimo cibo da strada barese. Salutare come il crack. Quando spiego cosa siano le sgagliozze l’immediata (e del tutto legittima) domanda è sempre: cosa c’entra la polenta con Bari?
Voglio dire: ti aspetteresti che la polenta fritta sia il tipico street food di Ponte di Legno e Pergine Valsugana. 
A Bari, attenendoci a categorie un po’ ovvie, per strada, nei cartocci di carta da panificio, dovrebbero vendere le cozze fritte. Sta di fatto che nella città vecchia da sempre ci sono questi personaggi pittoreschi che friggono fettine di polenta e le vendono, alla faccia dell’ente nazionale per la protezione del fegato.
“Ci stanno ancora” risposi, “sotto la Muraglia vicino a San Nicola e a Piazza Mercantile, stanno.” “Le sgagliozze.  Assurdo. Non dicevo questa parola da venticinque anni e adesso che l’ho pronunciata mi stanno a venire in mente tante cose che mi ero dimenticato. A cominciare dall’odore tremendo che veniva da quell’olio. C’era una vecchia che vendeva le più buone di tutte.” Si zittì e cominciò a vagare con lo sguardo, a recuperare ricordi svaniti. Si distrasse per davvero solo in quel momento e vidi le sue labbra che si piegavano in un sorriso finalmente non forzato. Poi il sorriso si trasformò in una risatina. “Perché ridi?” gli chiese Giampiero. Paolo a quel punto rise più forte, come se come se un pensiero o un ricordo irresistibilmente comico si fosse impossessato di lui. Rideva così di gusto che anche noi, senza sapere per quale motivo, cominciammo a ridere. “Insomma, perché cazzo stai ridendo così?” insisté Giampiero.
“Mi sono ricordata dell’ultima volta che sono capitato da quella vecchia, e per quale motivo non ci sono andato più, dopo.” “Per quale motivo?” chiesi io. “Perché la vecchia puttana, prima di arrotolare il mio cartoccio, si diede una bella grattata al culo, infilandosi la mano sotto la gonna e, non posso escludere, anche sotto le mutande.”
“Ma eri solo?” chiesi. “No, ero con te.” “E non mi hai detto niente, stronzo?” “No, anzi credo di averti offerto anche le mie sgagliozze. Tu come al solito avevi già finito le tue e poi mangiavi così di gusto. Perché avrei dovuto rovinarti il piacere?” 
Dissi che ero sempre stato convinto che lui fosse un vero stronzo e gli ero grato per avermi finalmente offerto un argomento concreto per sostenere questa mia tesi."

 (Gianrico Carofiglio, Né qui né altrove. Una notte a Bari, Ed. Laterza, 2008)



Versione light dello street food barese più diffuso.....










Ingredienti


500 gr polenta gialla
1 lt acqua

q.b. sale
q.b. olio evo



Procedimento


In una pentola versare l’acqua, salare e portare a bollore.
Mentre l’acqua bolle, versare lentamente la farina di granturco mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.
Lasciare cuocere fino ad ottenere una polenta densa.
Una volta cotta, versare la polenta su una teglia da forno coperta di carta forno e distenderla sottilmente. Lasciarla asciugare per qualche ora.
Irrorare di olio e passare in forno caldo a 180° per circa 40 minuti.
Tagliare a quadrotti e salarli.
Servire caldo.
Buon appetito!


                                                                                                                                                     
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martedì 22 ottobre 2013

Che la festa cominci!




     Lo so...o so...Halloween è una festività che si celebra principalmente negli Stati Uniti la notte del 31 ottobre ma rimanda a tradizioni antiche della cultura celtica e anglosassone.
     Se pensiamo che la sua origine sia legata alla festa romana dedicata a Pomona (dea dei frutti e dei semi) o nella festa dei morti chiamata Parentalia,  diamo alla festa una rilevanza "naturalistica".
     Ma Halloween viene più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain, il cui nome, deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate". In Irlanda e nella Francia settentrionale circa 2000 anni fa, anno più anno meno, festeggiavano l'inizio del nuovo anno il 1º novembre. 
     Lo spiritismo era contrario ai principi del Cristianesimo e quando Papa Gregorio IV istituì la festa di Ognisanti il 1 Novembre in ambito agnlosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica; in particolare negli USA, a partire dalla metà dell'Ottocento, tale festa si diffuse (specialmente a causa dell'immigrazione irlandese) fino a diventare, nel secolo scorso, una delle principali festività statunitensi con un carattere molto più consumistico e moderno.

      Lo sviluppo di oggetti e simboli associati ad Halloween si è andato formando col passare del tempo. Ad esempio l'intaglio di jack-o'-lantern (tipiche zucche nelle quali si intagliano volti spaventosi) risale alla tradizione di intagliare delle rape e farne delle lanterne per ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. La rapa è stata usata tradizionalmente ad Halloween in Irlanda e Scozia, ma gli immigrati in Nord America usavano la zucca originaria del posto, che era disponibile in quantità molto elevate.
      Il simbolismo di Halloween include anche temi come la morte, il male, l'occulto o i mostri mitologici. Nero, il colore tipico delle streghe e l'arancione, il colore delle zucche e delle foglie dell'autunno, sono i colori tradizionali di questa festa.
     Fare "dolcetto o scherzetto" è un'usanza di Halloween. I bambini vanno travestiti di casa in casa chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda "Dolcetto o scherzetto?". La parola "scherzetto" è la traduzione dell'inglese "trick", una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto ("treat"). "Trick or treat" (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche "sacrificio o maledizione". In passato tradotto in italiano anche con "Offri o soffri?"
     La pratica del travestirsi invece risale al Medioevo e si rifà alla pratica tardomedioevale dell'elemosina, quando la gente povera andava di porta in porta ad Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti sono state ritrovate anche in Sud Italia. 
     In generale comunque il cristianesimo non approva Halloween e rigetta la festività, in quanto ritiene che il paganesimo, l'occulto, o altre pratiche e fenomeni culturali giudicati incompatibili con le loro credenze. 
 
     Cristiana o pagana...la festività di Halloween è entrata nelle nostre case, nelle nostre scuole e nelle nostre vite....e se può essere un'opportunità per avvicinarci tutti, bambini e non, al concetto della morte, del rispetto dei defunti e di tutto ciò che rappresenta il nostro passato e il nostro futuro beh...allora......che la festa cominci!





 


mercoledì 16 ottobre 2013

Torta pere e cioccolato



"Non far sapere al contadino quant'è buono il cacio con le pere" e perché..."il cioccolato con le pere"?
Non so a voi ma a me questo abbinamento, in questo periodo dell'anno.....piace e "scalda" molto!






 



Ingredienti
(per una tortiera di 22 cm)



per la torta

80 gr margarina
120 gr zucchero di canna grezzo
120 gr farina
25 gr cacao in polvere amaro
1 uovo
25 gr latte
25 gr rom (o latte se destinata ai bambini)
2 pere williams (300 gr circa di polpa)



per la salsa al cioccolato

50 gr margarina
5 cucchiai di latte
50 gr cacao in polvere amaro
50 gr zucchero semolato


per il ripieno (o per la presentazione)

1 pera williams (150 gr circa di polpa)
2 cucchiai di zucchero di canna grezzo
q.b. acqua


per decorare e per lo stampo

q.b. polvere di cacao amaro
q.b. zucchero di canna grezzo
q.b. burro o margarina



Procedimento


Per la torta preparare lo stampo che andrà in forno imburrandolo e cospargendolo di zucchero di canna grezzo. Lo zucchero formerà una crosticina croccante intorno al dolce molto piacevole e ha lo stesso effetto della farina nel senso che non farà attaccare il dolce allo stampo.
In una ciotola mescolare la margarina con lo zucchero e montare per qualche minuto con una frusta. Aggiungere l'uovo e il cacao setacciato. Continuare a montare ed aggiungere la farina e un pizzico di sale. Aggiungere gli ingredienti liquidi (il latte e l'eventuale rom).
Per ultime aggiungete la pere tagliate a pezzettini ed amalgamarle con una forchetta.
Mettere il composto ottenuto nella tortiera e passare in forno a 180° per 30/35 minuti circa.
Far raffreddare e tenere da parte.
Per la salsa al cioccolato mescolare in un tegamino il latte, la margarina, lo zucchero e aggiungere il cacao setacciato. Mescolare bene. Quando comincia a sobbollire, togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
Per il ripieno mettere la pera sbucciata e tagliata a dadini in un padellino con 1 cucchiaio di zucchero di canna e 1/2 bicchiere d'acqua. Cuocere per 10 minuti mescolando ogni tanto. Se l'acqua evapora velocemente aggiungerne un altro po'. Terminata la cottura, togliere dal fuoco, aggiungere 1 cucchiaio di zucchero di canna, mescolare e tenere da parte.
Per farcire la torta, tagliarla in due dischi, versare sul primo disco la salsa al cioccolato e le mele caramellate. Chiudere con il secondo disco e cospargere di polvere di cacao mista a zucchero di canna grezzo.
Se si preferisce presentare la fetta nel piatto, lasciare la torta intatta, tagliare la fetta e accompagnare in un piatto con una cucchiaiata di pere caramellate irrorando con della salsa ala cioccolato.
Buon appetito!



























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sabato 12 ottobre 2013

Crostata del bosco...goloso



Non so se accade anche a casa vostra ma da me...la colazione è "a periodi".
Per un po' si mangia una marmellata, poi si cambia e se ne assaggia un'altra, poi un'altra ancora....poi pane e cioccolata, poi il cappuccino con la brioche.....
Morale della favola, arriva il giorno in cui mi ritrovo con il frigo popolato di barattoli di marmellate aperti, nella dispensa confezioni di pane di ogni tipo aperte .....e qualcosa bisogna farci!
Ieri ho deciso di finire le marmellate!






Ingredienti


per la frolla (da una ricetta di Maurizio Santin)

500 gr farina per dolci
250 gr burro ammorbidito
140 zucchero a velo
90 gr rossi d'uovo (3)
65 gr uovo inero (1)
1 limone biologico (useremo la buccia grattugiata)
q.s. sale

per la farcia

500 gr marmellata "di bosco" (mista o di un solo gusto). Io avevo: more, mirtilli e lamponi
2 cucchiai di scaglie di cioccolato fondente



Procedimento

 Preparare la pasta frolla mescolando velocemente tutti gli ingredienti con il mixer, oppure mettete sulla spianatoia la farina e lo zucchero, al centro mettete il burro a pezzettini, le uova, la buccia grattugiata del limone e un pizzico di sale. Mescolare velocemente con la punta delle dita fino a formare una palla.
Avvolgere la pasta nella pellicola e tenerla il frigo per 24 ore circa.
Trascorso il tempo, riprendere la pasta e stenderla con un matterello su un piano infarinato.
Foderare uno stampo da forno precedentemente imburrato e infarinato.






Mescolare le marmellate e aggiungere le scaglie di cioccolato.
Bucherellare il fondo di pasta frolla e riempire con la marmellata.Decorare la superficie.




Cuocere in forno caldo a 180 per 40/45 minuti.
Far reaffreddare bene prima di togliere dallo stampo.
Buon appetito!





martedì 8 ottobre 2013

Tortine di patate con erbe fresche e curcuma


 E fuori piove...
"Un acquazzone impartisce i suoi insegnamenti. 
Se la pioggia vi sorprende a metà strada, e camminate più in fretta per trovare un riparo, nel passare sotto alle grondaie o nei punti scoperti vi bagnerete ugualmente. 
Se invece ammettete sin dall'inizio la possibilità di bagnarvi, non vi darete pena, pur bagnandovi lo stesso. 
La stessa disposizione d'animo, per analogia, vale in altre occasioni".

                                                                                                           (Yamamoto Tsunetomo, Hagakure)

 

 E fuori piove...
 E io oggi vi preparo delle tortine di patate calde e morbidose......




















 



Ingredienti
(per 8 tortine)

1 kg patate
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 uovo
q.b. farina (da 100 a 150 gr circa)
1 cucchiaio di burro sciolto
erbe fresche miste (basilico, dragoncello, erba cipollina)
1 cucchiaio di semi di sesamo tostati
1 cucchiaio di curcuma
q.b. sale


per impanare

q.b. pangrattato
q.b. uovo
q.b. farina
q.b. sale


per la cottura

q.b. olio evo



Procedimento

Far lessare le patate con la buccia in abbondante acqua o con la pentola a pressione.
Sbucciarle e passarle con unop schiacciapatate e metterle in una ciotola.
Aggiungere gli altri ingredienti e mescolare con un cucchiaio. Aggiustare di sale.
Aggiungere per ultima la farina, nella quantità necessaria a formare un impasto sodo.
La quantità di farina da incorporare dipende molto dal tipo di patate usate.
Lasciar riposare l'impasto in  frigo per 15 minuti circa. Riprenderlo e metterlo su un piano leggermene infarinato, schiacciarlo con le mani e con l'aiuto di un coppapasta formare le tortine. Durante questa operazione, lavare spesso le mani con acqua fredda, per togliere l'eventuale impasto tra le dita e per mantenere la temperatura delle mani bassa così che non scaldi il composto rendendolo troppo morbido.
Passarle nella farina, poi nell'uovo leggermente sbattuto e salato ed infine nel pangrattato.
Disporle su di un piatto e metterle in frigo fino all'uso.
Cuocerle da entrambe i lati per 3 minuti circa o comunque fino a che non sono dorate, in una padella antiaderente. Servire calde accompagnando con uno spicchio di limone e un'insalatina fresca.
Buon appetito!




sabato 5 ottobre 2013

Biscotti al caffè

Un sabato uggioso dove i colori dell'autunno cominciano a fare capolino nel panorama intorno a me...
Buon sabato e buon fine settimana.
E per colazione dei biscottini da immergere nel latte.....



















Ingredienti
(per 2 teglie)

150 gr farina per dolci
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di cannella in polvere
125 gr burro
20 gr margarina
100 gr zucchero semolato
50 gr zucchero di canna grezzo
1 cucchiaino caffè liofilizzato (decaffeinato se li mangeranno i bambini)
1 uovo
2 cucchiaini d'acqua calda
q.b. sale


per guarnine

20 gr zucchero semolato
1 cucchiaino di caffè liofilizzato


Procedimento

Su un piano setacciare la farina con il lievito, la cannella e un pizzico di sale.
Aggiungere gli zuccheri. al centro mettere il burro freddo a pezzettini e la margarina. Cominciare a mescolare velocemente con le mani e aggiungere l'uovo e il caffè sciolto nell'acqua. Impastare con la punta delle dita fino a formare una palla dura. Dargli la forma di un cilindro, arrotolarlo nella pellicola e tenerlo in frigo per almeno 1 ora.
Trascorso il tempo, con un coltello affilato tagliare dei dischi dello spessore di 5 mm e metterli sulla teglia coperta da carta forno ben distanziati.
Mescolare lo zucchero con il caffè liofilizzato e cospargere i biscotti.
Passare in forno caldo a 190° per 15/20 minuti circa.
Togliere dal forno e lasciare sulla teglia per 3 minuti. Poi metterli a raffreddare su una griglia.
Buon appetito!



venerdì 4 ottobre 2013

Mio fratello che guardi il mondo...


 
"Mio fratello che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio fratello che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda.


Se c'è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c'è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà.



Sono nato e ho lavorato in ogni paese
e ho difeso con fatica la mia dignità
Sono nato e sono morto in ogni paese
e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi.


Mio fratello che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio fratello che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda.


Se c'è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c'è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà."


                              (Ivano Fossati)

martedì 1 ottobre 2013

Crostata pere e gorgonzola

 
"Non so se tutti hanno capito, Ottobre la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza…
Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazze,
lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse, fumano nubi basse"…
                                                                                                  (Francesco Guccini)










 


Ingredienti
(per 1 teglia di 20x20)

1 rotolo di pasta sfoglia
200 gr gorgonzola dolce
200 gr ricotta di mucca
50 gr panna fresca da cucina
2 pere williams non trattate (le useremo con la buccia)
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
q.b. sale


per guarnire

q.b. miele d'acacia
q.b. gherigli di noci


Procedimento

In una ciotola mescolare la ricotta, il gorgonzola e la panna.
Aggiustare di sale la crema ottenuta e tenere da parte.
Pelare e tagliare una pera. Affettarla sottilmente. Lavare bene e tagliare a fette sottili anche l'altra pera ma senza pelarla. Quest'ultima servirà per guarnire la crostata.
Stendere la pasta sfoglia nella teglia. Coprire il fondo con le fettine di pera. Mettere la crema di gorgonzola. Decorare con le fettine dell'altra pera.
Cuocere in forno già caldo a 180° per 30 minuti circa. Servire tiepida.
Se piace l'abbinamento del dolce al salato, accompagnare con una cucchiaiata di miele d'acacia e qualche gheriglio di noce tritato grossolanamente.
Buon appetito!