"E tutto si era svolto in quella trama di strade squadrate e regolari
nelle quali, in certi pomeriggi deserti d’estate, quando c’era il
maestrale, e l’aria era nitida, ogni angolo sembrava il punto di fuga
verso un infinito pieno di promesse.»Rivedersi dopo oltre vent’anni con
amici che non hai più cercato. Di giorno basterebbero pochi minuti per
un saluto di circostanza, ma di notte è un’altra cosa. Di notte Bari può
catturare e trasformarsi in un irreale cinema della memoria. Dove
presente e passato, ricordi e invenzione si confondono, e l’età da cui
le illusioni fuggono può ancora sfiorare il tempo in cui tutto era
possibile.
(...)
Paolo
ruppe il silenzio.
“Ci
stanno ancora quelli che friggono le
sgagliozze?” Mi
fece un effetto strano sentirgli pronunciare
quelle parole antiche. Le sgagliozze
sono sottili fette di polenta, fritte in
olio di freni per tir (o in qualcosa che gli assomiglia
molto) e vendute a Bari Vecchia, per
strada. Tipico e buonissimo cibo da strada
barese. Salutare come il crack. Quando
spiego cosa siano le sgagliozze l’immediata
(e del tutto legittima) domanda è
sempre: cosa c’entra la polenta con Bari?
Voglio
dire: ti aspetteresti che la polenta fritta
sia il tipico street
food di
Ponte di Legno
e Pergine Valsugana.
A Bari, attenendoci
a categorie un po’ ovvie, per strada,
nei cartocci di carta da panificio, dovrebbero
vendere le cozze fritte. Sta
di fatto che nella città vecchia da sempre
ci sono questi personaggi pittoreschi
che friggono fettine di polenta e le
vendono, alla faccia dell’ente nazionale per
la protezione del fegato.
“Ci
stanno ancora” risposi, “sotto la Muraglia
vicino a San Nicola e a Piazza Mercantile,
stanno.” “Le
sgagliozze. Assurdo. Non dicevo
questa parola da venticinque anni e adesso
che l’ho pronunciata mi stanno a venire in mente
tante cose che mi ero dimenticato. A cominciare
dall’odore tremendo che veniva da
quell’olio. C’era una vecchia che vendeva
le più buone di tutte.” Si
zittì e cominciò a vagare con lo sguardo, a
recuperare ricordi svaniti. Si distrasse per davvero
solo in quel momento e vidi le sue labbra
che si piegavano in un sorriso finalmente
non forzato. Poi il sorriso si trasformò
in una risatina. “Perché
ridi?” gli chiese Giampiero. Paolo
a quel punto rise più forte, come se come
se un
pensiero o un ricordo irresistibilmente comico
si fosse impossessato di lui. Rideva così
di gusto che anche noi, senza sapere per
quale motivo, cominciammo a ridere. “Insomma,
perché cazzo stai ridendo
così?” insisté Giampiero.
“Mi
sono ricordata dell’ultima volta che
sono capitato da quella vecchia, e per quale
motivo non ci sono andato più, dopo.” “Per
quale motivo?” chiesi io. “Perché
la vecchia puttana, prima di arrotolare
il mio cartoccio, si diede una bella grattata
al culo, infilandosi la mano sotto la gonna
e, non posso escludere, anche sotto le
mutande.”
“Ma
eri solo?” chiesi. “No,
ero con te.” “E
non mi hai detto niente, stronzo?” “No,
anzi credo di averti offerto anche
le mie sgagliozze. Tu come al solito avevi
già finito le tue e poi mangiavi così di gusto.
Perché avrei dovuto rovinarti il piacere?”
Dissi che ero sempre stato convinto che lui fosse un vero stronzo e gli ero grato per avermi finalmente offerto un argomento concreto per sostenere questa mia tesi."
Dissi che ero sempre stato convinto che lui fosse un vero stronzo e gli ero grato per avermi finalmente offerto un argomento concreto per sostenere questa mia tesi."
(Gianrico Carofiglio, Né qui né altrove. Una notte a Bari, Ed. Laterza, 2008)
Versione light dello street food barese più diffuso.....
Ingredienti
500 gr polenta gialla
1 lt acqua
q.b. sale
q.b. olio evo
Procedimento
In una pentola versare l’acqua, salare e portare a bollore.
Mentre l’acqua bolle, versare lentamente la farina di granturco mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.
Lasciare cuocere fino ad ottenere una polenta densa.
Una volta cotta, versare la polenta su una teglia da forno coperta di carta forno e distenderla sottilmente. Lasciarla asciugare per qualche ora.
Irrorare di olio e passare in forno caldo a 180° per circa 40 minuti.
Tagliare a quadrotti e salarli.
Servire caldo.
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